…"Compiacersi del metaforico denudarsi e non avere il timore del categorico giudizio"…
Il Butoh, secondo Barbara, è " il punto di incontro tra il mondo irrazionale e quello razionale”.
I movimenti nascono spontanei, si adattano al corpo, si fondono con suoni, gesti, voce, ... "prodotti" dall'analisi della natura più interiore, di ciò che la compone, di quello che noi sentiamo, del nostro passato, dei nostri dolori, delle nostre gioie...della nostra storia personale. Ma non solo...
Il risultato è “toccare” la nostra interiorità, sperimentare i contrasti, il pieno e il vuoto, fare emergere il nostro IO, prendendo consapevolezza del personale potere espressivo.
Il Butoh è per Barbara l’estremizzazione dell’espressione che, attraverso l’utilizzo del corpo pervaso dal “calore del puro sentire”, conduce ad uno stato di “estasi emotiva” ;
ama questo aspetto caratterizzante della sua danza, come pure il non dover rispondere ai “perché” e il poter “abbracciare” le sensazioni, per far sì che esse lavorino il corpo.
Non dover giustificare la “piacevolezza” della forma e dell’apparenza; combattere per le decisioni impopolari e contro le sovrastrutture per lei poco congeniali, godere dell’impagabile sensazione data dal poter colorare il corpo con vernici, che non sono decorazioni ma l’esplicitazione del “sudore dell’essenza” che ci compone,...sono componenti essenziali per la creazione di una vera danza.